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Sanificazione nell’industria alimentare: tutto ok con l’acido ipocloroso!

News a cura del Team DMD - Specialisti trattamento acqua e trattamento aria

Un’altra applicazione interessante dell’acido ipocloroso è relativa al suo utilizzo nell’industria agroalimentare. Il principio attivo si propone come agente antimicrobico andando quindi ad agire sui microrganismi, da sempre i principali antagonisti dell’industria di trasformazione alimentare.

Infatti, oltre ai limiti di carica batterica sul prodotto finito, un buon manuale HACCP prevede frequenti verifiche e campionamenti in diverse zone dello stabilimento, come superfici, pareti e potenziali zone di ristagno.

Assumono quindi grande importanza le cosiddette “S.S.O.P”, acronimo di “Sanitation Standard Operating Procedures”: dopo un primo step di sgrossatura manuale e schiumatura con un detergente, si effettua la fase di vera e propria sanificazione (usando l’acido ipocloroso ad esempio), l’unica ad avere un’azione antimicrobica

. Durante la sanificazione assume un ruolo critico il tempo di contatto tra agente sanificante e superficie: spesso questo può rappresentare un problema data la tossicità degli agenti più utilizzati verso l’uomo e quindi obbliga a uno stop della produzione durante i processi di pulizia.

È anche per questo che l’acido ipocloroso è un candidato ideale per lo step di sanificazione, grazie alle sue caratteristiche di non tossicità nei confronti dell’uomo e di estrema efficacia contro i microrganismi.

In particolare, è possibile utilizzarlo nella sua versione liquida per la disinfezione di superfici quali tavoli da lavoro, ripiani, impianti di produzione ma anche nastri trasportatori, spesso luoghi di formazione di biofilm batterici e quindi target dei tamponi di analisi previsti dal manuale HACCP



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